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Un Saruman in versione metal

Dobbiamo chiedere perdono ai lettori se ieri non abbiamo pubblicato nulla sul compleanno di Cristopher Lee, l’attore che nei film di Peter Jackson a ispirazione tolkieniana interpreta Saruman il Bianco. Oggi cerchiamo di farci perdonare pubblicando una notizia che troverà riscontro favorevole tra gli amanti dell’Heavy Metal. Lee ha infatti pubblicato, alla bellezza di novantuno anni d’età, un album musicale su Carlo Magno. «Sono metal da un sacco di anni, solo che non lo sapevo». Sono state le parole dell’attore per annunciare il lancio di Charlemagne – The Omens of Death.  Scritto e registrato dall’attuale chitarrista dei Judas Priest Richie Faulkner, il disco è la seconda parte di un ambizioso concept che narra le vicende di Carlo Magno e che è nato nel 2010 con l’album Charlemagne: By The Sword And The Cross. Non esattamente la news che ci si aspetta di dare parlando di un attore di questa caratura (ma soprattutto di questa età), eppure è tutto vero. D’altra parte, come racconta Faulkner a Empire, «alcune canzoni all’inizio non avevano neanche la musica, erano solo registrazioni di Sir Lee che cantava. Era strano starsene in casa tutto solo ad ascoltare Saruman che canta a tutto volume! Chissà cos’avranno pensato i vicini…».

Il Vecchio Tobia, tolkien, gli hobbit, la pipa

L’erba pipa, come ogni appassionato di Tolkien deve sapere, è coltivata e fumata dagli Hobbit della contea, ma non dispiace anche agli uomini e agli stregoni. Questo prodotto è l’unica cosa che rende famosa la contea all’estero, che per il resto è semplicemente una terra di cui nessuno si cura veramente.

E’ interessante notare come sia “Il Signore degli anelli” che la Marijuana siano stati conosciuti dal grande pubblico negli anni ’60 e ’70 del novecento. E subito tra i conoscitori di entrambi erano scattati strani meccanismi che associavano il fumare ricreativo di Gandalf all’uso “ricreativo” della di questa droga. Come se non bastasse, molti, dopo aver visto i film di Peter Jackson dal 2001 in poi si sono chiesti cosa sia veramente l’erba fumata da Gandalf in molte scene del film, con la quale riesce anche a creare, dalla pipa, la figura di un galeone in una celebre scena de “La compagnia dell’anello”.

E allora dobbiamo cercare di chiarire cosa sia veramente il nostro “Vecchio Tobia” che tanto ci incuriosisce.

Bisogna proprio partire dalle abitudini di Tolkien per capire come mai egli abbia inventato l’Erba Pipa. L’autore infatti era un fumatore di pipa di tutto rispetto. Esistono molti documenti che testimoniano questo fatto, mostrandolo con in bocca la propria pipa. Inoltre egli si identificava con gli Hobbit, e forse per questo gli sono riusciti così simpatici e paciosi. Diceva spesso di essere un Hobbit di taglia larga!
Dunque come a lui piaceva fumare Tabacco, fece sì che la sua razza preferita della terra di mezzo fumasse la pipa.

Qualcuno potrebbe chiedersi “ma è veramente tabacco quello che gli Hobbit mettevano nelle pipe?”

Se a convincervi non basta il fatto che Tolkien fumasse tabacco, e che l’erba pipa sia semplicemente un “tabacco del fantasy”, dobbiamo analizzare iche ruolo avesse la marijuana quando le opere di Tolkien furono scritte. Se è vero che tale droga è conosciuta da tempi antichissimi, non è probabile che nel contesto sociale dell’epoca degli studi di Tolkien fosse così popolare. Egli probabilmente non la conosceva, pur essendo uno studente, e comunque non avrebbe potuto prevederne la successiva popolarità nel mondo.

 

Se ancora non siete convinti, guardiamo ai fatti. Basta leggere il prologo de “Il Signore degli anelli”, in cui Tolkien parla delle abitudini degli Hobbit, per capire cosa sia veramente l’Erba Pipa.

 “There is another astonishing thing about Hobbits of old that must be mentioned, an astonishing habit: they imbibed or inhaled, through pipes of clay or wood, the smoke of the burning leaves of a herb, which they called pipe-weed or leaf, a variety probably of Nicotiana. A great deal of mystery surrounds the origin of this particular custom, or ‘art’ as the Hobbits preferred to call it.”

Nicotiana” è la parola che costituisce la prova che il professore di Oxford pensasse semplicemente al tabacco, ma preferì dargli un altro nome più consono alle usanze degli hobbit e della contea.

Nelle interpretazioni cinematografiche di Peter Jackson l’interpretazione del fumanre l’erba pipa sembra prendere una piega più “rilassata” e, vagamente, da fumatori di marijuana. Lo si vede ad esempio in alcune scene con Merry e Pipino impegnati a fumare nella trilogia de “Il Signore degli Anelli” o nella scena del primo film de “Lo Hobbit” in cui Gandalf invita Radagast a fumare per rilassarsi. Lo sguardo di Radagast è abbastanza eloquente in merito.

Anche Saruman, che disprezza gli hobbit e cerca di distruggere la contea, apprezza però l’Erbe Pipa e ne fa uso. Nei “Racconti Incompiuti” è Gandalf a darci qualche notizia in merito.

“Both the silence and the smoke seemed greatly to annoy Saruman, and before the Council dispersed he said to Gandalf: ‘When weighty matters are in debate, Mithrandir, I wonder a little that you should play with your toys of fire and smoke, while others are in earnest speech.’

But Gandalf laughed, and replied: ‘You would not wonder, if you used this herb yourself. You might find that smoke blown out cleared your mind of shadows within. Anyway it gives patience, to listen to error without anger. But it is not one of my toys. It is an art of the Little People away in the West  merry and worthy folk, though not of much account, perhaps, in your high policies.’

Quindi esattamente cosa è questa Erba Pipa? In un mondo Fantasy come quello di Arda e della Terra di Mezzo non possiamo identificare cosa sia. Possiamo solo dedurre che Tolkien la attribuì agli hobbit, rednendoli un po’ più simili a sè stesso anche nel carattere di sobri fumatori di pipa.

Detto questo traete pure le vostre conclusioni e criticate pure questo articolo liberamente, ma ricordate: anche Saruman, nemico giurato degli hobbit, in segreto ne apprezzava l’Erba Pipa, da lui acquistata proprio nella contea.

Radagast il bruno

Nella serie delle schede sui personaggi che voglio proporre penso che personaggi interessanti siano gli stregoni. Sia per il modo in cui l’autore costruisce questi personaggi, sia per le figure che egli è riuscito ad ispirare. Basti pensare allo straordinario Ian Mckellen interpretante Gandalf ne “Il Signore degli anelli” e “Lo Hobbit”. Ma di fronte ad una figura così conosciuta preferisco volgere l’attenzione agli altri stregoni di Arda, primo fra tutti Radagast il Bruno, oggi un po’ più noto per la sua apparizione nel primo film della trilogia de “Lo Hobbit”. A dire il vero questo personaggio nel libro è solo nominato da Gandalf, mentre nella versione di Peter Jackson si ritaglia uno spazio tutto suo. Ma veniamo nello specifico al nostro personaggio.

Radagast viene appunto menzionato da Gandalf nel romanzo “Lo Hobbit”.

All’interno del corpus dello scrittore, Radagast si distingue come uno dei membri del Bianco Consiglio, l’alto comando dei Popoli Liberi nella Terra di Mezzo, insieme a Saruman e Gandalf, suo grande amico. È un grande amante degli animali della Terra di Mezzo, ma è anche esperto in moltissime arti magiche.

Fra le altre opere, Radagast viene citato nei Racconti Incompiuti, nei quali vengono aggiunti dettagli sulla sua origine e alcuni fatti antecedenti la trama de Il Signore degli Anelli. Ne Il Silmarillion, invece, vengono aggiunti dettagli sulle dinamiche del Bianco Consiglio durante la storia de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit.

Origine

Radagast appartiene all’ordine degli Istari o Stregoni, spiriti della stessa essenza dei Valar, ma dotati di poteri minori. In uno scritto, riportato nei “Racconti incompiuti”, Tolkien dice che fu la Vala Yvanna ad obbligare Saruman ad accettare Radagast come compagno di viaggio. Tuttavia, Saruman arrivò per primo e da solo nella Terra di Mezzo, mentre Radagast giunse per quarto contemporaneamente a Gandalf.

Gli Istari, incarnati in corpi di Uomini, vennero inviati dai Valar per contrastare la malvagità proveniente da Est. Radagast fa il suo arrivo nella Terra di mezzo all’inizio dell’XI secolo della Terza Era, quarto tra tutti gli Istari, per aiutare e sostenere coloro che si opponessero a Sauron. Durante il tempo trascorso nella Terra di Mezzo, però, Radagast si innamorò dei molti animali del suolo dell’aria che vivevano nella Terra di Mezzo, e abbandonò la sua missione per trascorrere i suoi giorni tra le creature selvatiche. Da quel giorno, egli si stanziò a Rhosgobel, al limitare occidentale del Bosco Atro, vicino ai Campi Iridati sul fiume Anduin dove conobbe il mutapelle Beorn, il quale lo vedeva ogni tanto girovagare nei pressi della sua dimora.

Ne “Lo Hobbit”, Radagast è menzionato da Gandalf nel momento in cui lo stregone ha la sua prima discussione con Beorn. In questa occasione, Gandalf definisce Radagast come suo “cugino”. Nelle Appendici de “Il signore degli anelli” viene rivelato che, durante i fatti de Lo Hobbit, Radagast si è recato al Bianco Consiglio per decidere se attaccare Dol Guldur, fortezza di Sauron. Successivamente, Radagast utilizzò uccelli e bestie come spie per conto di Saruman, ignaro del tradimento di quest’ultimo.

All’inizio de “Il Signore degli Anelli”, ambientato quasi ottant’anni dopo il termine de Lo Hobbit, Radagast viene usato inconsapevolmente da Saruman (che nel frattempo ha tradito gli altri stregoni, volendo il potere dell’Anello per sé) per attirare Gandalf ad Orthanc, dove verrà catturato. Ad ogni modo, sempre inconsapevolmente, Radagast rese anche possibile la fuga di Gandalf informando le Aquile del suo viaggio verso Isengard.

Non si sa quando o se abbia lasciato la Terra di Mezzo: Tolkien scrive che fallì la sua missione come Stregone perché si perse nella sua ossessione verso gli animali e le piante. Tolkien scrisse anche che il fallimento di Radagast non era grande come quello di Saruman, e che era possibile pertanto un suo ritorno nelle Terre Immortali.

Descrizioni e carattere

Tolkien non ci dà una descrizione dettagliata del personaggio. L’unica informazione fisica risale a I racconti incompiuti, nel quale l’autore scrive che Radagast indossava un vestito di «terra bruciata», motivo per il quale viene dunque chiamato Radagast il Bruno.

Tolkien fornisce invece una descrizione marcata della personalità di Radagast. Ne Lo Hobbit, Beorn definisce il personaggio «non tanto malaccio per uno stegone», mentre Gandalf, lo descrive come uno «stregone di grande valore, maestro nelle forme e nelle variazioni dei colori, esperto in erbe e bestie, e amico soprattutto degli uccelli». Sebbene abbia tutte queste qualità, Tolkien sottolinea che il personaggio, rispetto a Saruman e Gandalf, è uno stregone di assai minore potenza e sapienza.

Già abbiamo detto più volte dell’amore per gli animali nutrito da quersto personaggio che nella versione cinematografica risulta alquanto pittoresco. Le creature a cui è più devoto sono senza dubbio gli uccelli, specialmente le fantastiche Aquile, che in più di una occasione ognuno di noi ha visto salvare la situazione. Nel progredire della sua permanenza nella Terra di Mezzo, però, questa passione, inevitabilmente, si sostituirà alla missione originaria del personaggio come inviato dei Valar; Radagast, dunque, tralascerà di salvaguardare gli Elfi, gli Uomini ed i popoli liberi dalla minaccia di Sauron. Tuttavia sarà spesso inconsapevolmente mezzo della vittoria del bene.

Ma questo comportamento è comprensibile. Infatti Radagast è un Maiar, un essere “angelico”, che tuttavia è soggetto alle debolezze degli esseri umani; lo troviamo ben descritto da Tolkien in una sua lettera all’editore Michael Straight: «[questi stregoni sono] anche… coinvolti nel pericolo dell’incarnazione: la possibilità della “caduta”, del peccato, se vuoi». In effetti, Radagast non sarà l’unico a disobbedire al suo compito. Infatti anche Saruman abbandonerà la sua missione e si lascerà corrompere dall’Unico Anello, mentre gli Stregoni Blu scompariranno misteriosamente. L’unico Maiar che resterà fedele fino in fondo alla sua missione sarà Galdalf, che seppur tentato dall’Anello, non lo vorrà per non avere tra le mani uno strumento tanto potente e pericoloso.

Nonostante sia un personaggio minore nelle opere di Tolkien e di cui si sa ben poco, John D. Rateliff, critico di Tolkien, ha espresso il proprio parere sul personaggio e lo ha definito molto simile a Gandalf per sapienza e intelligenza. Tuttavia, Radagast risulta molto più debole di Gandalf, il quale è peraltro molto più famoso nella Terra di Mezzo per le sue vittorie ai danni di Sauron.

Nomi

Lo stregone nel linguaggio degli uomini è chiamato Radagast il Bruno (l’aggettivo è dovuto alla sua veste marrone scuro). In Ovestron (la “lingua di koinè” o se si preferisce “la lingua comune” di Arda ai tempi del Signore degli anelli) Radagast significa “custode di bestie”. In anni successivi alla srittura delle sue opere più importanti Tolkien scrisse in una nota che il nome ebbe origine tra gli uomini delle Valli dell’Anduin.

Diverse sono le ipotesi su come Tolkien abbia potuto trarre questo nome e darlo al suo personaggio. Esso potrebbe derivare dall’inglese antico, e di conseguenza avere diverse interpretazioni. La parola gast, o gæst, o giest significa “ospite” (in inglese moderno guest). Con una diversa inflessione, gāst significa “fantasma”, “spirito”, “angelo” (in inglese moderno ghost). L’elemento rad invece potrebbe derivare da rudu, che significa “rossastro”, o da Hræd, che significa “rapido”. John D. Rateliff afferma che il nome Radagast potrebbe derivare o dalla divinità slava Rodigost oppure dal condottiero ostrogoto Radagaiso.

Il vero nome di Radagast è Aiwendil (pronuncia: /aɪˈwendil]/) è il nome usato a Valinor. In Quenya significa “amico degli uccelli”. L’etimologia risale infatti alla radice Aiwe che significa “uccello” e “ndil” che significa “amico di”.

Poteri

Radagast è membro del popolo di Yvanna, e come tale possiede una grande conoscenza di piante, erbe e animali, coi quelio riesce a parlare. Amico in particolare delle grandi aquile.

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