La nostra conoscenza dei principali Valar dimoranti in Valinor si arricchisce oggi con una figura che risulta di particolare interesse e bellezza; essa è una sorta di minerva della terra di mezzo, ovvero Yvanna Kementàri. Con le figure di Manwe, Varda Elentàri e Ulmo, viste in precedenza, Yvanna è tra le Valier (femminile di Valar nda) più potenti ed importanti per l’origine del mondo, per la cosmogonia e la storia dei tempi remoti.
La dispensatrice di frutti, come viene chiamata, è particolarmente legata alla vala Vána, della quale nel Silmarillion è detta sorella, ed allo stesso tempo nel pensiero di Illuvatar è sposa di Aulë, il responsabile della creazione dei Nani.
Il nome di Yvanna etimologicamente in Quenya significa appunto “dispensatrice di frutti”, ma le è solitamente apposto anche l’epiteto Kementári, ovvero “regina della terra”. Entrambi i suoi nomi drivano dalle sue qualità per le quali crea e fa crescere piante e frutti. Un altro nome con cui è indicata è Palùrien.
La vicenda di Yvanna è legata alla creazione dei due Alberi. Questi ultimi furono creati dal canto di Yvanna dopo l’arrivo dei Valar a Valinor; crebbero così Telperion (argenteo) e Laurelin (aureo). Telperion (detto anche Silpion e Ninquelótë) era considerato maschio, e di età maggiore, in quanto giunse per primo nel pieno del suo sviluppo; mentre Laurelin (detta anche Malinalda e Culúrien) femmina e di età minore. Gli Alberi erano crebbero, secondo la storia, sulla collina di Ezellohar, alla presenza di tutti i Valar. Questa fu l’opera più bella e feconda di Yvanna; due alberi che erano allo stesso tempo fonte di luce, argentea o dorata. La rugiada di entrambi era raccolta da Varda come sorgente di luce o acqua.
La luminescenza di ciascun albero si alternava a quella dell’altro: in sette ore ogni albero raggiungeva il massimo splendore per poi diminuire, e un’ora prima che lo splendore di un albero cessasse, l’altro iniziava a emanare luce. Telperion cessava di splendere alla sesta ora, e Laurelin alla dodicesima. Un “giorno” scandito dalla luce degli Alberi durava quindi dodici ore. C’era quindi due volte al giorno un’ora, contemporaneamente di “alba” e di “tramonto”, in cui le luci di entrambi gli alberi erano tenui e si fondevano armoniosamente insieme.
Tuttavia Melkor, invidioso della bellezza creata da Illuvatar, dagli Ainur e dai Valar, si alleò con il ragno gigante Ungoliant (la progenitrice della razza dei ragni giganti, inclusa Shelob) per annientare Telperion e Laurelin. Fu proprio Melkor a colpire i due Alberi, circondato dalla tenebra assoluta, mentre Ungoliant ne divorava la linfa e la luce, fino a lasciarli avvelenati e privi di vita.
Per Yvanna fu impossibile creare altri due Alberi. Per rimediare in parte alla devastazione di essi con il suo canto, aiutata dalle lacrime di Nienna (già servite in precedenza durante la prima cresita dei due Alberi) riuscì in parte a resuscitarli. Tuttavia gli sforzi valsero solo a far fiorire gli ultimi due fiori delle due piante, uno per ciascuna. Mentre le spoglie dei due alberi venivano lasciate a perenne memoria della felicità perduta sulla collina sulla quale erano nati, i fiori vennero affidati a mani che ne facessero buon uso. Il fiore di Telperion venne affidato al Maiar (un Ainur minore, come Gandalf, Radagast e Saruman) Tilion, e divenne Isil – la Luna – mentre il frutto di Laurelin venne consegnato alla Maiar Arien e divenne il Sole. Questo è il motivo per cui nel Signore degli Anelli “Sole” è considerato di genere femminile, mentre “Luna” è maschile (da notare che tale genere si riscontra anche nella mitologia nordica con gli dei Sòl e Máni).
Sebbene non fosse riuscita a ricreare i due bellissimi alberi Yvanna su modello di Telperion creò Galathilion, che venne donato agli elfi di Valinor e piantato in Tirion. Da questo albero discese poi Celeborn di Tol Eressëa, dal quale discende Nimloth, l’albero bianco di Numenor, da un suo pollone, salvato da Isildur alla distruzione di Numenor, l’Albero bianco di Gondor, simbolo del potente reame degli uomini.
Tornando per un attimo allo sposo di Yvanna, Aulë, del quale parleremo più ampiamente in un prossimo articolo, dobbiamo anche vedere la vicenda della creazione dei Nani. Per il proprio carattere Aulë fu portato a creare, come ogni Vala; tuttavia egli si spinse ad imitare fortemente Eru Illuvatar e, andando oltre le proprie prerogative, formò i nani. Illuvatar, conoscendo la creazione di Aulë lo mise alla prova e lo rimproverò fortemente. Aulë decise così di distruggere le proprie creature ma, proprio sul punto di librare su di esse il colpo, venne fermato da Eru (notare la somiglianza dell’episodio con il racconto biblico del sacrificio di Isacco). Eru diede prova del suo amore per l’opera di Aulë adottando i nani come figli. Yvanna temette tuttavia che essi potessero abbattere tutti gli alberi della terra di mezzo. Manwë le ricordò però che durante la musica degli Ainur (la sinfonia diretta da Illuvatar durante la creazione del mondo) ella aveva già visto le proprie creature (alberi e piante) ed era consapevole del fatto che esse potessero difendersi da sole. Oltre a questo anche gli Ent, i pastori degli alberi, avrebbero in seguito dato il loro contributo alla protezione degli alberi, finche gli Elfi avessero abitato la terra di mezzo e la gioventù degli uomini non fosse passata.
Altra iniziativa dovuta ad Yvanna fu la scelta diRadagast come membro degli Istari, gli stregoni che si sarebbero opposti al rinato potere di Sauron. Tutto questo avvenne nella Terza Era.
Nella escatologia della Terra di Mezzo Yvanna avrà nuovamente il compito di creare i due Alberi andati distrutti. Dopo la Dagor Dagorath, la grande battaglia della fine dei tempi, sarà infatti Fëanor a recuperare i tre Silmaril, le tre preziosissime gemme, e a darle alla vala perchè lei possa romperli e riportare in vita le sue due creazioni più meravigliose.